Mediterraneo, Balcani e infrastrutture

Un anno importante per i cittadini europei: l’Europa guarda a est e si protende oltre i balcani, con l’ingresso nell’area Schengen di dieci paesi (dalla Slovenia all’Ungheria), consentendo la libera circolazione delle persone.

Guardare al profilo del nuovo continente che si va delineando, alle infinite possibilità che offre, diventa così determinante per giocare un ruolo di primo piano.

Gli effetti forzati della globalizzazione ci avevano già raccontato di un mondo in profondo mutamento, in cui l’Europa non era più l’unico centro geo-politico nel mondo e in cui i continenti non erano più chiusi e impermeabili, nel bene e nel male.

Il mondo oltre i balcani, l’Africa, il Medio Oriente diventano quindi sempre più Europa, e il Mediterraneo assume pertanto un ruolo centrale nella ridefinizione dei confini vecchi e nuovi.
E la Puglia, che è il più importante avamposto dell’Europa nel Mediterraneo, deve riscoprire la sua funzione di dialogo e di incrocio fra culture, promuovendo il confronto. La Puglia comprende che è necessario aprirsi ai  nuovi confini e divenire piattaforma logistica e insieme politica, per conquistare quella antica centralità.

Non a caso, in questi dieci anni dieci anni abbiamo impresso una decisiva accelerata sia dal punto di vista della costruzione dei rapporti culturali, economici e cooperativi con i paesi più vicini, sia dal punto di vista dell’investimento nelle infrastrutture per la mobilità collettiva.

La Puglia si apre al mondo: per la prima volta, in Italia e nel Sud, viene istituito con la Presidenza Vendola un Assessorato  al Mediterraneo, all’insegna di una visione della Puglia che, a partire dalla sua storia, dalla sua posizione geografica e dalle sue tradizioni culturali, la incastona a pieno titolo in dinamiche di relazione rivolte ai Balcani e ai Paesi del Mar Mediterraneo. Una scelta lungimirante, evidente già nelle dichiarazioni programmatiche del 2005, che riprende il filo di una politica che nei passati decenni aveva tentato non sempre con successo di rilanciare il ruolo della Puglia al di là dei propri confini e al di là del mare. E non potrebbe essere diversamente nella terra di Federico II di Svevia, della Magna Grecia, delle mille culture.

La Puglia ha portato a compimento con successo il Programma Interregionale Italia- Albania 2000/2006,  eredità del precedente governo regionale, di cui nel 2005 ancora non era stato utilizzato quasi nulla.

Ha iniziato a correre sulle sue gambe nel periodo 2007/13 e ha altresì portato a buon fine numerosi progetti nell’ambito dei Programmi IPA Adriatico, ENPI Mediterraneo, Grecia Italia.

Fra i programmi più importanti, vanno ricordati i progetti strategici finanziati con i fondi europei della Cooperazione Territoriale, soprattutto nella cooperazione con l’Albania e i Balcani Occidentali e in quella con la Grecia: tra gli altri, Alterenergy, con tutti i Paesi dei Balcani e con le regioni italiane che si affacciano sull’Adriatico, per la produzione di energie da fonti rinnovabili; Artvision, sempre con i Balcani, nei settori dell’audiovisivo e dell’arte contemporanea; ICE, nei settori della creatività, sul Programma Grecia Italia.

Numerose e interessanti anche le attività di cooperazione internazionale in Medio Oriente, nei Territori Palestinesi, in Israele.

In questa fase sono pronti tutti gli strumenti per la programmazione della cooperazione territoriale 2014/20, in particolare per il programma Italia Albania Montenegro e per quello Grecia Italia. La Puglia è inoltre in pole position nelle iniziative per la attivazione della Macroregione Adriatico Ionica, già decisa dalla Unione Europea.

A oggi la Puglia è in relazioni di cooperazione con 37 Paesi esteri, nei Balcani, Mar Nero, Medio-Oriente, Sponda Sud del Mediterraneo.

E lavora di concerto con Università e centri di ricerca, con Enti locali e imprese, con Organizzazioni Non Governative e con il Ministero degli Esteri.

In sostanza, la proiezione internazionale della Puglia è divenuta una realtà prestigiosa e robusta.

La  proiezione della Puglia in Europa e nel mondo non poteva prescindere da forti investimenti nell’ambito delle infrastrutture e del miglioramento della mobilità, privilegiando l’intermodale, il trasporto collettivo e la mobilità sostenibile come con il progetto Puglia Corsara.

Innanzitutto gli aeroporti.

Lo scalo di Bari-Palese è ormai una realtà internazionale. In questi ultimi 10 anni il numero di passeggeri sui voli di linea è più che raddoppiato, passando da 1.5 milioni di persone nel 2005 a oltre 3.5 milioni nel 2014, in oltre 30 destinazioni in Italia e in Europa. Sono i frutti del lavoro fatto per lo sviluppo di voli low cost e per il miglioramento di una struttura che con la recente inaugurazione del nuovo blocco, diventa all’avanguardia in Europa, sia per la presenza di un asilo nido aziendale, a disposizione delle lavoratrici, sia per la sostenibilità ambientale ed energetica della nuova struttura.

Anche l’Aeroporto di Brindisi ha visto crescere il proprio ruolo nel sistema aeroportuale italiano, a seguito del notevole incremento dei flussi passeggeri.

Sullo scalo brindisino sono in corso tre interventi per il miglioramento delle condizioni di sicurezza delle attività di volo e dei passeggeri. Si tratta del rifacimento e dell’ampliamento del piazzale di sosta degli aeromobili e della relativa viabilità, della ristrutturazione e dell’ampliamento delle sale di imbarco dell’aerostazione e della ristrutturazione della caserma dei Vigili del Fuoco. Interventi per oltre 30 milioni di euro.

Sull’aeroporto di Foggia sono in corso interventi per l’allungamento della pista di atterraggio, in ottemperanza alle normative INAO ed ENAC; mentre l’aeroporto di Grottaglie diviene la piattaforma logistica e infrastrutturale a disposizione per la sperimentazione e i test di nuove soluzioni aerospaziali, vista la forte domanda di sviluppo dell’aeronautica spaziale.

Sulle ferrovie, nonostante la Puglia sia stata sfavorita dai ritardi dell’ammodernamento della linea ferroviaria adriatica, il Governo regionale ha messo in campo un intervento, del costo totale di 549 milioni di euro, che consiste nel raddoppio della linea adriatica lungo la relazione Termoli-Lesina; l’infrastruttura in questione è in grado di assicurare, a regime, la funzione di collegamento dei porti di Taranto, Brindisi e Bari (nonché, per il tramite della linea jonica, anche dell’infrastruttura marittima di Gioia Tauro), con gli interporti e gli scali del Nord Italia (Bologna e Verona) e con le più importanti piattaforme logistiche dell’Europa del Nord.

Più in generale, sono stati compiuti interventi di potenziamento, ammodernamento e realizzazione di nuove infrastrutture ferroviarie, sopratutto alla luce delle migliori prestazioni di servizio consentite,  da operazioni di rinnovo del materiale rotabile.  Gli interventi sul materiale rotabile riguardano il rinnovo del parco rotabile ferroviario mediante l’immissione in servizio di nuovi treni: 5 elettrotreni immessi sulla rete in gestione a Ferrovie del Gargano; 11 treni immessi in esercizio sulla rete in gestione a Ferrovie del Sud Est; 8 treni sulla rete in gestione alla società Ferrotramviaria; 2 treni sulla rete in gestione alle Ferrovie Appulo Lucane.

Abbiamo, inoltre, chiesto maggiore efficienza e maggiori garanzie a Trenitalia, riguardo l’offerta di trasporto fra Lecce e Bari e fra Barletta e Bari nei giorni feriali, così come si è intervenuto nel potenziamento dei Trasporti pubblici locali con un finanziamento di 18 milioni di euro.
Una vera boccata di ossigeno, in un momento di tagli e di crisi.

Un lavoro altrettanto importante è stato svolto per lo sviluppo della mobilità sostenibile, con il progetto Cyronmed (Cycle Route Network of the Mediterranean). Promosso e coordinato dalla Regione Puglia, Cyronmed ha individuato le dorsali della rete ciclabile del Mediterraneo. Esse si riferiscono a: Ciclovia Adriatica (Trieste – Santa Maria di Leuca); Ciclovia dei Borboni (Bari-Napoli); Ciclovia degli Appennini (Colle di Cadibona- Reggio Calabria) con varianti pugliesi (Gargano e ciclovia acquedotto); Ciclovia dei tre Mari (Otranto-Sapri); Ciclovia dei Pellegrini (Londra-Roma-Brindisi).

Questo impegno per la mobilità sostenibile ha fatto sì che la Puglia sia stata indicata lo scorso novembre come Coordinatrice nazionale del gruppo di lavoro per la mobilità ciclistica, fra tutte le regioni italiane.