Una Puglia migliore verso il futuro

Tutto questo lavoro è stato possibile grazie non solo a un lavoro di programmazione che si è sviluppato nel corso di questi dieci anni, un lavoro importante, in cui il governo regionale ha seguito princìpi chiari; ma è stato possibile anche grazie al corretto utilizzo dei fondi comunitari. Certo, senza una programmazione chiara, senza idee precise da perseguire, la disponibilità di fondi da investire non basta di per sé a generare politiche pubbliche di rilievo, né è sufficiente a cambiare il volto di un territorio. È il caso, a esempio, di molte regioni italiane, che pur avendo le stesse disponibilità economiche della Puglia, garantite dall’Unione Europea, hanno vissuto stagioni di immobilismo e di sprechi, perdendo la possibilità di investire sul rinnovamento delle proprie realtà.

“Nessun vento è buono per il navigante che non sa dove andare” diceva Seneca.

Servono risorse certe e servono idee.

Ebbene, la Puglia ha recitato e continua a recitare un ruolo di primo piano in Italia e in Europa, da questo punto di vista. Ha sviluppato una visione e l’ha perseguita utilizzando e certificando al meglio i fondi messi a disposizione dalla Unione Europea. In questi anni, la Puglia ha investito e messo a disposizione dei cittadini pugliesi, quasi 3 miliardi di euro di fondi per lo Sviluppo, con una attenzione particolare alla promozione valorizzazione e diffusione della ricerca e dell’innovazione per la competitività, all’uso sostenibile delle risorse ambientali e alle infrastrutture. Inoltre, ha investito circa 1 miliardo di euro di fondo sociale, con un occhio di riguardo all’inclusione, alle misure per la tutela del lavoro e alla formazione e al miglioramento delle competenze.

Risorse vicine al miliardo di euro anche per il Piano di Sviluppo Rurale, puntando tutto sul miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale.

Un ruolo centrale in questa storia di successo per la Puglia e per i pugliesi, lo hanno certamente i funzionari regionali che hanno lavorato duramente in questi anni, in stretto contatto con le realtà produttive pugliesi e con gli organi di controllo dell’Unione Europea, per poter continuare a certificare la spesa ed evitare che la Puglia perdesse l’occasione irripetibile di investire sul proprio futuro.

Con loro, in questi anni, abbiamo individuato un modo di lavorare e seguito una visione: attraverso criteri guida e  operando con il metodo dell’integrazione e della partecipazione.

Un solo rammarico: nessun governo nazionale ha mai avuto il coraggio di rivedere il patto di stabilità che ha costituito un freno importante all’utilizzo dei fondi europei. Abbiamo lavorato tanto, abbiamo conquistato importanti primati in Italia e in Europa nella qualità e nella quantità di investimenti, ma siamo stati costretti a viaggiare con il freno a mano tirato, a causa della miopia dei governi nazionali.

Oggi, però, abbiamo Una Puglia Migliore. L’abbiamo costruita con i pugliesi, in questi dieci anni. Questa è la strada fatta insieme ed è il punto da cui accettiamo consapevoli, curiosi, ottimisti, la sfida per il futuro.