L’Europa e l’innovazione

La prima donna italiana nello spazio. “Un esempio per tutte le donne” ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e ha ragione. Un esempio per l’intero paese, diciamo noi.
Quando ci sono la consapevolezza, la capacità e l’idea di realizzare sogni grandi, ci sono tutti gli ingredienti per provarci.
Basandoci su questo evento storico e lieto, vogliamo parlare del capitolo delle politiche di innovazione portate avanti dalla Regione, in questi anni, e della capacità di connettersi all’Europa più buona, l’Europa delle possibilità. Quella dei fondi di sviluppo.
La scelta di fondo della Giunta regionale, sin dall’inizio, è quella di basare le strategie di sviluppo su un’idea ampia di innovazione che individua nelle trasformazioni sociali, culturali e territoriali un elemento centrale per programmare gli interventi.

L’innovazione è un processo di cambiamento sociale oltre che economico, che deve coinvolgere il più alto numero di cittadini e tutte le articolazioni della comunità regionale. Ed è proprio l’innovazione che inizia a caratterizzare molte politiche pubbliche pugliesi, avviando la costruzione di un vero e proprio sistema regionale dell’innovazione.

Abbiamo innanzitutto puntato forte sulla ricerca. È cambiato il metodo con cui si guarda alla ricerca, che prima non interloquiva con il mondo dell’impresa. Un primo bando nel 2008 e, poi, l’evoluzione verso la sperimentazione dei Laboratori pubblico-privati della ricerca e, ancora, dei Partenariati pubblici per l’innovazione. I finanziamenti a sostegno della capacità di sviluppare attività ad alta tecnologia e di frontiera sono stati in grado di attivare nuove competenze e nuova imprenditorialità.
Questo nuovo approccio ha sollecitato la nascita di start up innovative e favorito l’incremento di brevetti, e interessanti esperienze di imprenditoria giovanile, anche con ruoli di forte protagonismo espressi dalle donne. Oggi la Puglia è la prima regione del Mezzogiorno per le domande di brevetti presentate ed è al quinto posto in Italia per numero di imprese nate dalle attività di ricerca universitaria. Le imprese innovative erano pari a zero nel 2005, oggi sono 23.
Questo fervore è stato determinato anche dalla nascita dei primi Living lab, luoghi fisici e virtuali nei quali le imprese ed i centri di ricerca, insieme agli utenti, sperimentano soluzioni inedite per rispondere ai fabbisogni espressi dal territorio in materia di ambiente, salute, governo elettronico, beni culturali e turismo, energia, istruzione, economia creativa e digitale.
Gli Apulian ICT Living Labs sono il primo tassello di una nuova infrastruttura di innovazione, che connette il sistema regionale con le reti nazionali e internazionali della ricerca. In questo ambito si sperimenta il dialogo e l’interazione tra la Pubblica Amministrazione, l’Università e i Centri di ricerca, il Sistema delle imprese ed i Cittadini utenti.
Quindi, il ruolo della domanda pubblica di innovazione emerge sempre più e diventa centrale negli interventi regionali. Ancora una volta, la ricerca chiama i suoi attori a rispondere all’invito dei Cluster Tecnologici regionali o a esprimere idee e ipotesi di soluzioni per attivare gli Open Lab, luoghi nei quali la domanda pubblica e l’offerta di innovazione si incrociano per qualificare nuovi prodotti e nuovi servizi per il mercato.
La Regione è intervenuta anche a sostegno dei ricercatori:Future in Research, con una dotazione di 26 milioni di euro, ha permesso l’assunzione di 170 ricercatori, in tempi in cui il governo centrale lesina su risorse finanziarie e umane.
La dimensione internazionale della ricerca e dell’innovazione regionale vedono oggi la Puglia attiva nelle reti delle regioni europee dell’Aerospazio – Nereus, dell’Indipendent Living – CORAL, della ricerca e dell’innovazione – ERRIN o, ancora, nel network della Commissione europea per i Partenariati Europei per l’Innovazione (EIP) che agisce sull’intera catena della conoscenza.
Lo spazio europeo della ricerca è partecipato anche da particolari attori del sistema regionale. I 6 Distretti Tecnologi e le 5 Aggregazioni Pubblico-Private sono, infatti, una realtà pugliese di eccellenza che segna l’evoluzione del cambiamento innescato. I Distretti Tecnologici dell’Aerospazio, dell’High Tech, dell’Energia, dell’Agroalimentare, della Salute dell’uomo e Biotecnologie e della Meccatronica, insieme ai laboratori pubblico-privati per il monitoraggio ambientale, di bio-informatica, per l’Ambient Assisted Living, per le tecnologie e i materiali avanzati nei trasporti e nel manifatturiero sono la punta avanzata e la dorsale dell’ecosistema dell’innovazione pugliese.

L’innovazione ha riguardato anche il campo della tecnologia.
La Puglia ha avviato un profondo processo di digitalizzazione, per cui si è dotata di una prima infrastruttura in fibra ottica estesa da Foggia a Casarano per collegare un primo nucleo delle principali strutture della sanità regionale a 1Gbps. Questo ha reso possibile avviare il Piano per la Sanità elettronica (cui si è già accennato).
Un altro grande risultato è la Banda Ultra Larga che, fra meno di 15 mesi, sarà stata completata per servire 154 comuni pugliesi. Stiamo parlando di 2.682.311 cittadini pugliesi connessi e dell’abbattimento del Digital Divide.

Tutto questo è stato possibile anche grazie al prezioso lavoro di ARTI, Pugliasviluppo e Innovapuglia,

Abbiamo, insomma, posto le basi e ci siamo preparati alla Puglia del futuro, a una terra intelligente, connessa, capace di migliorare le condizioni di vita delle persone. L’innovazione non ha alcun senso se non impatta positivamente sulla vita, se non la migliora. Sulla base delle politiche di questi anni, abbiamo scritto ed elaborato una idea della Puglia del 2020, che sarà integrata con la programmazione dei fondi comunitari 2014/2020.